FLORA



Il litorale della Riserva, lungo circa 6 km., é caratterizzato da strati di costa alta dove emergono le argille azzurre, stratificazioni calcaree con banchi di gesso, marne bianche erose dall'azione eolica che formano delle falesie a strapiombo e sabbia sciolta nei tratti bassi che costituiscono le dune costiere.
In corrispondenza delle argille azzurre si trova una sorgente d'acqua dolce perenne con la formazione di terreni sortumosi e dove si insedia una caratteristica vegetazione igrofila.

Dati i tipi pedolitologici che emergono nella zona, correlati ai dati climatici propri della Sicilia meridionale, caratterizzati da lunghi periodi di siccità tra i mesi di marzo e settembre, incontriamo fasce vegetazionali diversificate, ognuna delle quali si adatta ad un preciso substrato.

Dalla flora censita nella zona risulta una prevalenza di piante e forme biologiche tipiche delle zone aride, come tutte le sottoforme delle Terofite e delle Geofite, cioé quelle piante che attraversano la stagione avversa sia sotto forma di semi sia sotto forma di bulbi e rizomi. Questo tipo di piante oltre a rappresentare quella componente effimera della flora, ne rappresentano anche la maggior parte.

Nella componente arbustiva, invece, prevalgono elementi di macchia come l'euforbia arborescente (Euphorbia dendroides), il lentisco (Pistacia lentiscus), la spina santa (Lycium europaeum), il sommacco (Rhus coriaria), la Suaeda (Suaeda fruticosa), radi cespugli di palma nana (Chamaerops humilis), il rosmarino (Rosmarinus officinalis), la daphne (Daphne gnidium), la spazzaforno (Thymelaea hirsuta), il malvone di Agrigento (Lavatera agrigentina), raro endemismo della Sicilia meridionale; l'oleastro (Olea europaea var sylvestris), lo sparzio villoso (Calicotome infesta), il camedrio femmina (Teucrium fruticans), il the siciliano (Prasium maius), il timo (Thymus capitatus), il salvione giallo (Phlomis fruticosa), etc.

Non mancano elementi boschivi per diverse iniziative di rimboschimento effettuati a varie riprese quali: pini d'Aleppo (Pinus halepensis), eucalipti (Eucaliptus amaldolensis), mioporo (Mioporus insularis), ed acacie (Acacia cyanophylla); una entità relittuale si incontra in una vera "nicchia ecologica" priva di agenti di disturbo ed é rappresentata da una modesta popolazione di ginepro feniceo (Juniperus phoenicea), ed apprezzabile risulta anche nelle schiarite dei cespuglieti, la florula ad orchidee spontanee dove abbiamo incontrato la Barlia robertiana, l'Orchis collina, l'Ophrys fusca, l'Ophrys bombyliflora, Ophrys tenthredinifera, l'Ophrys lutea, l'Ophrys speculum, la Serapias parviflora, l'Anacamptis pyramidalis, l'Ophrys incubacea, l'Ophrys oxyrrynchos, l'Orchis papilionacea, l'Orchis italica, etc.

Molto ricca ed importante risulta, nella zona dunale, la componente alofitica in tutte le sue formazioni dal "cakiletum", fascia pioniera per eccellenza dove si trovano il ravastrello marittimo o "cavolo di mare" (Cakile maritima), le salsole (Salsola soda e Salsola kali), all'agropyretum-ammofiletum dove prevalgono la gramigna delle spiagge (Agropyron jungeum), la pannocchina dei lidi (Aeluropus litoralis), lo sparto pungente (Ammophila litoralis), la santolina delle spiagge (Otanthus maritimus), la calcatreppola (Eryngium maritimum), l'erba medica marina (Medicago marina); tutte partecipano, seppure in condizioni estreme, al consolidamento delle creste dunali; alla zona postdunale dove vivono la finocchiella mediterranea (Seseli tortuosum), il giglio di S. Pancrazio (Pancratium maritimum), la cardogna comune (Scolymus hispanicus), lo zigolo delle spiagge (Cyperus kalli), la liquirizia (Glycyrrhiza glabra), la canna d'Egitto (Saccharum spontaneum) e le tamerici (Tamarix africana).
Altro insediamento notevole e importante di vegetazione idrofila é nella zona denominata "pantano", dove in prevalenza incontriamo un fitto popolamento di cannucce di palude (Phragmites australis), la lisca (Typha latifolia), il cardo cretico (Cirsium creticum), nella parte più bassa la convolvulacea alofita (Cressa cretica), la salicornia fruticosa (Arthrocnemum fruticosum), qualche cespuglio di atriplice portulacoide (Halimione portulacoides), ed ancora varie specie di giunchi dal maritimus all' acutus al compresso ed intercalati a questa vegetazione esemplari arborei (6-7 mt.) di tamerici.

Notevole anche la flora di ambienti di steppa dove prevalgono graminacee perenni come il saracco, localmente detto "disa" (Ampelodesmos mauritanicus) un tempo molto usato per realizzare legami per i covoni del grano, lo sparto (Lygeum spartum), anche questo una graminacea dalla fibra tenace usato, in ambito locale, sia per legami del grano, sia per legare le viti ai tutori, il barboncino mediterraneo (Cymbopogon hirtus), graminacea di origine tropicale, il lino delle fate annuale (Stipa capensis), il barbone a due spighe (Andropogon distachyus), etc.; nello stesso ambiente s'incontra il gladiolo dei campi (Gladiolus italicus) e il narciso autunnale (Narcissus serotinus).

Nel complesso possiamo dire, data la conformazione e la natura dei suoli, gli acclivi con le relative esposizioni al sole, i pochi corsi d'acqua, le scarse precipitazioni, i lunghi periodi di insolazione e tutte le caratteristiche edafoclimatiche, che nell'area della riserva prevalgono, oltre alle già citate formazioni effimere piante con abitudini prettamente termoxeriche.

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